La cornea è quel tessuto trasparente che costituisce la porzione più anteriore dell’occhio la cui proprietà principale è la trasparenza, caratteristica che garantisce alla luce di attraversarla e far così giungere le immagini alla retina. E’ intuitivo quindi comprendere che una sua alterazione o opacizzazione, di qualsiasi natura, può provocare un conseguente calo visivo fino giungere a casi in cui la situazione visiva risulta essere irreversibilmente compromessa , rendendo così necessaria la chirurgia.

Diverse sono le cause che possono portare all’intervento: disfunzioni del metabolismo corneale, traumi e infezioni (in quanto provocano cicatrici e quindi opacizzazioni) e patologie ereditarie della cornea: fra queste si ricorda in particolare il cheratocono, patologia solitamente bilaterale che provoca un progressivo assottigliamento corneale e che può insorgere già a 12-13 anni.

Si tratta di un intervento di microchirurgia di durata variabile dai 30 ai 90 minuti che può essere effettuato in anestesia totale o locale a discrezione del chirurgo; l’intervento consiste della sostituzione della cornea malata con quella sana di un donatore: a seconda dello strato corneale compromesso si decide se intervenire sostituendo la cornea in toto (cheratoplastica perforante) oppure solo parzialmente (cheratoplastica lamellare). La scelta della tecnica da utilizzare spetta al medico oculista dopo una valutazione complessiva del caso clinico: quando possibile, si preferisce la seconda tecnica in quanto, essendo meno aggressiva, diminuisce il rischio di rigetto e accelera il recupero. L’obiettivo dell’intervento è chiaramente quello di ripristinare le caratteristiche fisiologiche corneali restituendo così una buona visione al paziente.

Al termine dell’intervento il paziente eseguirà una specifica terapia e terrà l’occhio bendato per circa una settimana evitando il contatto con oggetti o polvere e limitando in modo massimale attività poco prudenti; è necessario inoltre porre particolare attenzione durante lo svolgimento di tutte le attività quotidiane soprattutto nei primi due mesi, tenendo presente che il periodo di convalescenza è molto variabile in quanto legato alle risposte soggettive e oggettive del paziente. In una fase successiva verranno infine rimossi i punti di sutura, attività che si svolge in interventopochi minuti in ambulatorio dopo aver instillato un collirio anestetizzante.

Scritto da:
Stefania Palmieri